Architettura e pandemia
Questo periodo di quarantena ed emergenza sanitaria, in piena pandemia, fa ripensare il rapporto tra lo spazio e l’uomo, la funzionalità degli oggetti, degli arredi, dei servizi, degli spazi pubblici e della casa che è diventata un contenitore polifunzionale. Design e architettura potranno cogliere l’opportunità per riprogettare o progettare ex novo la collettività, gli ambienti di lavoro e la dimensione privata dell’abitare; ci sarà una nuova propensione al disegno di terrazzi e balconi come naturali estensioni degli alloggi, i tetti potranno essere attrezzati a verde per rendere gli edifici luoghi confortevoli e autonomi con spazi che permettano di coltivare, socializzare, essere isolati pur senza il limite, spesso troppo risicato, del proprio appartamento.
photo credit: Piuarch
Il Comune di Milano tramite il progetto europeo Clever Cities darà supporto nella progettazione e realizzazione di tetti verdi con l’intento di mitigare la cementificazione, garantire una migliore qualità dell’aria, favorire la socializzazione e, tema attualissimo, l’autonomia dei singoli edifici rispetto alla città. Questa autonomia, in termini sociali, impatta in maniera positiva e, anziché creare isolamento, crea senso di collaborazione, partecipazione e appartenenza. In questa categoria di progetti L’”Orto tra i cortili” di Piuarch, realizzato nel 2015, rappresenta per Milano il più rappresentativo capostipite di un’idea nuova di riqualificazione dell’edificio, strumento paesaggistico, decorativo, di autoproduzione alimentare, nuovo spazio di rappresentanza, socialità, coworking e autonomia. Gli edifici ormai dovrebbero essere sempre pensati come autosufficienti, autonomi e resilienti, con servizi che permettano di gestire la propria vita e le proprie attività; l’edilizia residenziale dovrebbe prevedere zone verdi attrezzate con orti, aiuole, panchine, tavoli, luoghi per sostare o fare brevi ma salutari passeggiate
photo credit: Stefano Boeri Architetti
Dopo il Bosco Verticale, l’architetto Stefano Boeri dedica a Milano un altro progetto verde; si tratta del “Giardino terapeutico”, di 6900 metri quadrati, posto sopra il tetto del Policlinico, un luogo per la cura ma anche per il tempo libero, pensato per ospitare diverse specie vegetali, percorsi riabilitativi per i pazienti ed aree ricreative per i cittadini, spazi dedicati al gioco, alla sosta e alla contemplazione. L’organizzazione funzionale prevede laboratori di orticultura e pet therapy con obbiettivi terapeutici. Il giardino costituisce una novitànel panorama internazionale delle strutture sanitarie confermando l’importanza del contatto con la natura anche nelle terapie riabilitative e nella qualitàgenerale della degenza ospedaliera.
photo credit: Stefano Boeri Architetti
La pandemia creerà anche una modifica delle richieste nel mercato immobiliare. Le persone in quarantena si stanno accorgendo dei difetti delle proprie case, cercheranno in futuro spazi con caratteristiche diverse; la convivenza prolungata fa emergere la voglia di ricrearsi angoli privati, anche solo con l’arredo, manca la possibilità di fare attività alternative a quelle domestiche e la solitudine forzata convincerà più persone single a vivere in coppia con il risultato che ci sarà probabilmente meno mercato per le case piccolissime e senza servizi a favore di case con spazi accessori come un terrazzo, attrezzate con parti comuni condominiali, cortili, tetti verdi accessibili, stanze affacciate sull’interno e meno disturbate dal rumore.
photo credit: Zigzag arquitectura
La dimensione del cohousing contestualmente sarà ripensata sulla necessità di avere spazi, servizi ed attività prenotabili e fruibili singolarmente. Non si tratta più solo di condividere ma anche di creare un modello economicamente e funzionalmente più sostenibile e smart che semplifichi la gestione della quotidianità garantendo benessere psico-fisico. Oltre alle aree dedicate a giardino o orto collettivo, centro benessere o lavanderia, ci saranno app per gestire, a dimensione condominiale, un car sharing o un gruppo d’acquisto. Si tratterà di costruire buone relazioni di vicinato, condividere il tempo libero e scambiarsi sostegno avendo a disposizione anche servizi e professionalità a pagamento. Dal parrucchiere all’organizzazione di una festa, dalla ricerca di una baby-sitter, fino alla disponibilità di una sala per una riunione. Si tratta di alloggi per la fascia medio-alta del mercato in cui i temi dominati sono il rispetto dell’ambiente, i servizi innovativi, i prezzi sostenibili ma anche la possibilità di essere circondati dal verde e di poter condividere una piscina, un orto, un frutteto e uno spazio per il tempo libero che permetta di gestire diverse attività nel perimetro dell’edificio, neanche dell’isolato. Tutto questo in un modello non lontano da quello che il gruppo MVRDV aveva immaginato per l’Expo di Hannover del 2000 in cui descrivevano edifici che simulavano città e territori verticali con parchi e fattorie tra i piani dedicati a uffici e residenze.
photo credit: MVRDV
L’architettura, attraverso alcuni suoi portavoce, chiede di progettare habitat a misura di pandemia; la lettera inoltrata al Presidente Mattarella da Massimiliano Fuksas, insieme allo studio Archea, illustra le linee guida sulle quali disegnare un ambiente in cui sentirsi meno isolati e piùsicuri. Tra le necessitàdi una nuova maniera di progettare l’edilizia pubblica e privata, gli architetti suggeriscono la presenza di un “kit salute”all’interno degli appartamenti, la previsione di piani adatti ad ospitare smart-working o smart-learning, che si possano trasformare in spazi per la collettivitàma che, al bisogno, possano diventare spazi per l’isolamento e il primo soccorso. Gli edifici inoltre dovrebbero essere dotati di lampade Uv, in grado di sanificare in breve tempo qualunque tipo di ambiente. Questa progettazione del futuro, come dichiarano gli architetti, prevede uno stile di vita piùsostenibile e sociale, insediamenti umani piùfunzionali, contemporanei, innovativi.